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mercoledì 23 ottobre 2013

Come si legifera in Italia, di Debora Billi



Come si legifera in Italia, for dummies

Ora che sono dentro il Palazzo (trattenete lo sdegno, please) mi tocca interessarmi della politica italiana, e ho capito perché l'avevo finora accuratamente evitato.
In teoria, in Parlamento si dovrebbe legiferare: ovvero, mettersi lì a scrivere una legge, discuterla, emendarla, far contenti un po' tutti, e poi approvare in aula la migliore legge possibile.
In realtà funziona molto diversamente. Come per tutto ciò che riguarda la politica italiana, la funzione legislativa è un'attività meramente di marketing e pubblicità.

Questo l'iter:
1) Si inventa un nome che possa garbare al popolo. Che so, "Cresci Italia", "Lavoro per tutti", "Salva futuro" o altre amenità senza senso.

2) Si riempiono le pagine della legge o del decreto con la storia di Cappuccetto Rosso, la trama di "Vacanze di Natale" o il coro dell'Adelchi. (Quando va bene.)

2 bis) Si infarcisce la legge di cacciabombardieri, inceneritori, favori agli amici, regalie agli sponsor dei partiti, cemento e altre robe che non hanno nulla a che vedere neppure col titolo. (Quando va male, cioè quasi sempre.)

3) Si manda poi in aula dove i parlamentari, senza neppure sapere cosa contiene e senza minimamente discuterla, la votano in massa: ciò è obbligatorio, perché altrimenti cade il governo e si sa che la stabilità e fondamentale eccetera.

4) Il passo decisivo: si strombazza su tutti i giornali che è passata la legge "Cresci Italia" e quindi grazie al partito X e Y tutti i nostri problemi sono finiti. Interviste soddisfatte a esponenti del governo e dei partiti X e Y, plauso della stampa tutta per tale svolta decisiva.

Ora sapete come funziona. Ah, dimenticavo: naturalmente i dummies siamo noi.
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