L’Eritrea, oggi è oggetto di accuse spropositate e la fuga degli eritrei, viene presentata come un allontanamento volontario e disperato da un governo dispotico che ridurrebbe i suoi cittadini al rango di sudditi, per non dire peggio, ovvero di schiavi. E invece gli eritrei fuggono dalle sanzioni economiche, rinforzate negli ultimi anni dall’ONU su pressione statunitense (e non solo), ma soprattutto da uno stato di guerra permanente causato dall’Etiopia, il cui governo è un fantoccio nelle mani dei soliti noti, e che a tredici anni dagli Accordi di Algeri continua illegalmente (ma con la copertura internazionale, che le assicura impunità) ad occupare alcuni territori di confine e a bombardare a sorpresa obiettivi eritrei. E’ doveroso ricordare come, in una situazione tanto difficile per un paese di soli 7 milioni di persone, il governo eritreo sia comunque riuscito a ridurre i termini della leva militare, accorciata significativamente malgrado il disperato bisogno del paese di soldati con cui non solo presidiare i confini nazionali ma addirittura difendere la sopravvivenza della patria e la sua indipendenza.
E’ inoltre
fondamentale far presente che il governo eritreo fornirà ai superstiti del
dramma di Lampedusa tutta l’assistenza necessaria, e provvederà alle spese di
trasporto per il rimpatrio delle salme delle vittime, affinchè possano ricevere
una degna sepoltura nel proprio paese.
Estratto da <http://www.statopotenza.eu/8999/lampedusa-e-leritrea-come-strumentalizzare-una-tragedia-a-scopi-politici>
Priebke
Strana Italia. Chiede l'estradizione, lo condanna al ergastolo ma non garantisce il funerale. Non è questione di giustizia?
Cronaca
Priebke: nel '98 ergastolo per Fosse Ardeatine
Lunga disputa giudiziaria, alla fine i domiciliari
11 ottobre, 20:08
Lunga disputa giudiziaria, alla fine i domiciliari
11 ottobre, 20:08
La vicenda giudiziaria di Erich Priebke raggiunse il suo culmine il 7 marzo 1998 quando la corte militare d'appello di Roma lo condannò all'ergastolo assieme ad un altro ex ufficiale delle SS, Karl Hass, per la strage del 24 marzo del 1944 passata alla storia come l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Una sentenza giunta al termine di una lunga vicenda processuale, iniziata nel 1995 con la richiesta da parte delle autorità italiane di estradizione a quelle dell'Argentina, dove Priebke viveva.
L'ufficiale giunse in Italia nel novembre di quell'anno e venne richiuso nel carcere di Forte Boccea, a Roma. La Procura militare ottenne il rinvio a giudizio per "concorso in violenza con omicidio continuato in danno di cittadini italiani".
Il primo agosto 1996 il tribunale militare dichiarò estinto il reato per intervenuta prescrizione disponendo la scarcerazione. Una sentenza che fece enorme scalpore e non fu mai eseguita, in quanto l'ex SS poche ore dopo venne riarrestato per una richiesta di estradizione presentata dalla Germania. La Corte di Cassazione, il 15 ottobre 1996, annullò la decisione del tribunale militare e dispose un nuovo processo.
Dopo una lunga disputa di natura giurisdizionale il 10 febbraio del 1997 la Cassazione decise che spettava al tribunale militare di Roma, con una nuova composizione, a giudicare Priebke e l'altro gerarca Hass. Il 4 aprile del '97: comincia il processo, nell'aula bunker di Rebibbia. In primo grado Priebke viene condannato a 15 anni (10 dei quali condonati). Quindi nel processo d'appello arriva la sentenza all'ergastolo, decisione confermata anche dalla Cassazione. Per l'età avanzata a Priebke vengono concessi i domiciliari. Scontati in un appartamento alla periferia nord di Roma. http://saragio.wordpress.com/2013/10/15/priebke-il-perdente/
Graziani
In quel remoto villaggio del Seraè, il G. compì il suo noviziato coloniale, che durò quattro anni e fu interrotto da due gravi incidenti: il morso a un dito di un rettile velenoso e un virulento attacco di malaria.
Ricoverato per alcuni mesi negli ospedali di Asmara e di Massaua, sul finire del 1912 poteva rientrare in patria sbarcando in barella nel porto di Napoli.
Rappresaglia di Graziani dopo l'attentato ad Addis Abeba 19 febbraio 1937:
I morti nella
rappresaglia furono, infatti, almeno 4.000.
Il 2 maggio 1950 il
tribunale militare speciale di Roma condannò Graziani a 19 anni di reclusione,
dei quali però scontò solo quattro mesi, tornando poi in libertà, grazie al
beneficio di vari condoni. Scontati quattro mesi fu rimesso in libertà
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