Come si legifera in Italia, for dummies
Ora che sono dentro il Palazzo (trattenete lo sdegno, please) mi tocca interessarmi della politica italiana, e ho capito perché l'avevo finora accuratamente evitato.
In teoria, in Parlamento si dovrebbe legiferare: ovvero, mettersi lì a scrivere una legge, discuterla, emendarla, far contenti un po' tutti, e poi approvare in aula la migliore legge possibile.
In realtà funziona molto diversamente. Come per tutto ciò che riguarda la politica italiana, la funzione legislativa è un'attività meramente di marketing e pubblicità.
Questo l'iter:
1) Si inventa un nome che possa garbare al popolo. Che so, "Cresci Italia", "Lavoro per tutti", "Salva futuro" o altre amenità senza senso.
2) Si riempiono le pagine della legge o del decreto con la storia di Cappuccetto Rosso, la trama di "Vacanze di Natale" o il coro dell'Adelchi. (Quando va bene.)
2 bis) Si infarcisce la legge di cacciabombardieri, inceneritori, favori agli amici, regalie agli sponsor dei partiti, cemento e altre robe che non hanno nulla a che vedere neppure col titolo. (Quando va male, cioè quasi sempre.)
3) Si manda poi in aula dove i parlamentari, senza neppure sapere cosa contiene e senza minimamente discuterla, la votano in massa: ciò è obbligatorio, perché altrimenti cade il governo e si sa che la stabilità e fondamentale eccetera.
4) Il passo decisivo: si strombazza su tutti i giornali che è passata la legge "Cresci Italia" e quindi grazie al partito X e Y tutti i nostri problemi sono finiti. Interviste soddisfatte a esponenti del governo e dei partiti X e Y, plauso della stampa tutta per tale svolta decisiva.
Ora sapete come funziona. Ah, dimenticavo: naturalmente i dummies siamo noi.
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