Hugo Rafael Chávez Frías (Sabaneta, 28 luglio 1954 – Caracas, 5 marzo 2013)
è stato un politico e militare venezuelano. È stato presidente del Venezuela dal 1999 alla
morte.
Chávez promosse la sua visione di socialismo nazionale, integrazione dell'America Latina e anti-imperialismo. Fu inoltre un acceso critico della globalizzazione neoliberista e della politica estera statunitense. La sua particolare filosofia politica è stata
denominata chavismo, un'unione di bolivarismo e del cosiddetto socialismo del
XXI secolo.
Chávez fondò il Movimento Quinta Repubblica dopo aver organizzato, nel 1992, un fallito colpo di Stato contro l'allora presidente Carlos Andrés Pérez. Chávez fu eletto presidente nel 1998 grazie alle sue promesse di aiuto per la maggioranza povera della popolazione del Venezuela e fu rieletto nel 2000, nel 2006 e nel 2012. In patria Chávez ha lanciato le Missioni Bolivariane, i cui obiettivi sono quelli di combattere le malattie, l'analfabetismo, la malnutrizione, la povertà e gli altri mali sociali.
In politica estera si è mosso contro il Washington consensus sostenendo modelli di sviluppo economico alternativi,richiedendo la cooperazione dei paesi più poveri del mondo, specialmente di quelli sudamericani. I suoi critici gli rimproverano di essere un populista autoritario e l'amicizia con alcuni stati non democratici,come Cuba, e con Stati le cui modalità di governo, pur formalmente democratiche, sono criticate dall'Occidente, come la Libia nel periodo di Muammar Gaddafi e l'Iran,
mentre i suoi sostenitori lo considerano un rivoluzionario socialista impegnato per la giustizia sociale.
IL GOLPE CONTRO
CHAVEZ aprile 2002:
Chávez si consegna ai golpisti
Chávez si consegna ai golpisti
A questo punto Chávez, per evitare la guerra civile, decise di consegnarsi ai golpisti chiamando proprio
Rosendo affinché lo accompagnasse a Fuerte Tiuna, dove verso le 23,00 dell'11
aprile, fu arrestato e posto in isolamento, in attesa di decidere sulla sua
sorte.
Chávez riuscì a mettersi in contatto con la moglie e un
amico con un cellulare passatogli di nascosto da un ufficiale. Cominciò l'afflusso di gente dai ranchos
di Caracas che chiedeva la liberazione di Chávez verso Fuerte Tiuna che fu
circondato da oltre 600.000 persone. La stessa
notte Chávez venne trasferito da Fuerte Tiuna a Turiamo, una base navale nel Nord-Est della Costa dello Stato
di Aragua e da lì fu poi trasferito all'isola La
Orcila, sede di una base logistica della Marina
Militare.
Il
12 aprile fu data la notizia del ritiro di Chávez e subito dopo Carmona Estanga
si autoproclamò presidente del Venezuela. Il Parlamento in carica fu sciolto,
furono destituiti tutti gli altri poteri, fu dichiarato l'abbandono dell'OPEP
da parte del Venezuela, fu ripristinata la vecchia costituzione e dal nome
ufficiale della nazione venne cancellata la parola "Bolívariana".
Immediatamente gli USA si affrettarono a riconoscere il nuovo governo, seguiti a breve intervallo dalla Spagna,dove il quotidiano El País, legato tramite il gruppo"Prisa" ad alcuni media venezuelani, giustificò il colpo di Stato. I media venezuelani ebbero un ruolo determinante sia nell'organizzazione che nell'esecuzione del golpe e dato che tutti erano convinti della sua definitiva riuscita, si sbilanciarono in interviste, trasmesse su tutte le reti, dove parlavano del lavoro organizzativo dei militari e civili artefici dell'evento.
Il ritorno di Chávez alla presidenza del Venezuela
Il 12 aprile a Caracas cominciarono seri disordini con saccheggi
di negozi. Nei giorni 12 e 13 la
polizia uccise più di 200 persone, gli ospedali accolsero centinaia di feriti.
La gente, come già accaduto a Caracas, circondò anche la
base dei paracadutisti del generale Baduel a Maracay chiedendo
a gran voce il ritorno di Chávez. Lo stesso avvenne in molte altre località; si
calcola che in tre giorni più di sei milioni di persone siano scese per le
strade a difendere Chávez e il suo governo.
Nella notte del 13 aprile l'allora vescovo di
Caracas, Antonio
Ignacio Velasco García, fu inviato all'isola La
Orchila con un jet privato probabilmente di proprietà dei Cisneros, dove
avrebbe dovuto convincere Chávez a firmare la rinuncia e partire con lo stesso
jet verso un'ignota destinazione, forse Cuba.
Durante l'incontro arrivarono tre elicotteri per riportare Chávez a Miraflores.
Con il rientro di Chávez, e il suo ritorno al potere
il 14 aprile, gli scontri e i saccheggi cessarono. Il golpe fallì,
dunque, grazie al vastissimo
appoggio popolare e all'esiguità del gruppo
dei militari golpisti, formato soprattutto da alti ufficiali, mentre il grosso
delle forze armate venezuelane, guidate dal generale dell'esercito Raúl Isaías
Baduel era rimasto fedele a Chávez e alla
nuova costituzione.
Estratto da Wikipedia
Estratto da Wikipedia
Era il 1998 quando Chavez vinse le prime elezioni.
Erano gli anni del mito della fine della storia, i ruggenti anni ’90 dominati dallo stupido ottimismo narrativo dell’orizzonte capitalistico e democratico ormai inarrestabile e generalizzato al mondo intero. Gli anni della supremazia statunitense incontrastata a seguito della tragedia sociale e geopolitica della disintegrazione dell’Unione Sovietica. Gli anni in cui diveniva egemone la demolizione sistematica del novecento inquadrato come secolo delle follie totalitarie.
Il mito della fine della storia raccontato da Fukuyama nell’omonimo libro del 1992 aveva comunicato al mondo che non era più tempo per ideali politici e sociali alternativi alla democrazia liberale. Tutto l’umanità si sarebbe diretta verso l’unico sistema politico (ed economico) possibile e auspicabile: la democrazia occidentale del libero mercato.
Caduto il comunismo novecentesco in Unione Sovietica e avviata una fase di graduale e prudente restaurazione in senso capitalistico in Cina, gli argini dell’espansione democratico-liberale si erano ormai rotti e il capitalismo doveva divenire per l’umanità l’unico orizzonte economico ed esistenziale immaginabile.
Gi Stati Uniti, privi di un serio contraltare geopolitico d’opposizione, iniziavano proprio in quegli anni il lungo ciclo di guerre illegali e distruttive contro i paesi non allineati; l’Europa dava piena attuazione alla criminale architettura politica e istituzionale dell’Unione Europea ingabbiando i diversi Stati e popoli nell’ineluttabile destino delle scelte tecniche prive di alternativa.
In tutto il mondo, dagli ex-paesi socialisti depredati ai paesi capitalisti occidentali, predominava incontrastata una feroce e selvaggia restaurazione capitalistica in cui le oligarchie economiche che nei decenni precedenti erano state forzate a cedere qualcosa dei loro privilegi, grazie ad un vasto compromesso sociale trainato dalle lotte sociali e dal peculiare equilibrio geopolitico, si organizzavano per recuperare il terreno perso.
Mentre nei paesi europei la maggioranza della popolazione, drogata dai sogni del benessere, del progresso e della post-ideologia, aderiva acriticamente al nuovo corso neo-liberale, ponendo le premesse per il proprio stesso annichilimento (di cui oggi vediamo chiaramente i frutti) l’america latina degli anni ’90 appariva come una terra martoriata e saccheggiata dalle politiche del Washington Consensus, dal neoliberismo selvaggio e dalle spietate leggi del capitalismo “globalizzato” (ovvero il dominio incontrastato degli Stati Uniti), realizzato in quel decennio con il nuovo volto più presentabile della democrazia, dopo decenni di dittature assassine appoggiate dagli USA, con migliaia di morti, torturati e scomparsi.
Il Venezuela era ridotto a paese colonia depredato nelle sue immense ricchezze naturali, con una distribuzione della ricchezza estremamente sperequata a favore di un’esigua oligarchia capitalistica agente per procura e per cointeressanza con l’imperialismo nord-americano.
E’ in questo contesto storico che Chavez vince le elezioni del 1998 aprendo il lungo ciclo di trasformazione economica e sociale del Venezuela e tracciando una via che, partendo dalla preziosa alleanza con Cuba, travalicherà i confini del paese per estendersi via via ad altri paesi del sudamerica (seppur con tempi e modalità eterogenei).
L’elenco delle misure sociali e del processo di democratizzazione partecipativa adottati dal governo del presidente Chavez nei 15 anni di guida del paese è lunghissimo: aumento dei livelli salariali, costruzione di un sistema pensionistico e sanitario pubblico gratuito, nazionalizzazione delle imprese strategiche e vitali, uso della rendita petrolifera per gli investimenti sociali; redistribuzione della terra; più in generale la riacquisizione della sovranità politica sui processi economici e dell’indipendenza nazionale al cospetto delle pressioni dell’imperialismo statunitense, che si è tradotta in riacquisizione della dignità di un popolo tornato ad essere protagonista del proprio destino. In politica estera, inoltre, ha difeso la sovranità e l’integrità dei paesi subalterni minacciati o aggrediti dall’imperialismo occidentale (Iran, Libia, Siria), e la causa del popolo palestinese, ed ha saputo coniugare il rafforzamento delle relazione all’interno dell’America latina (costituzione dell’ALBA) con l’avviamento di relazioni proficue di mutuo vantaggio con le potenze emergenti alternative al blocco di potere nord-americano come Russia, Cina e Iran.
Il Venezuela bolivariano guidato da Hugo Chavez ha così dimostrato al mondo che la storia non si chiude con la globalizzazione capitalistica né con l’estensione della liberal-democrazia occidentale a tutte le aree del pianeta. Ha dimostrato che il mito post-moderno della tecnica e dell’economia che hanno ormai sovrastato la libera scelta politica sovrana è un’impostura ideologica odiosa e che il novecento come secolo delle lotte sociali e del dominio del politico sull’economico è ancora vivo, poiché vivo è il suo messaggio umanistico metastorico.
Pur sovrastata da soverchianti interessi materiali ostili, pur calunniata da una stampa occidentale indegna che non ha mai perso occasione (neanche adesso post mortem) per tacciare il sistema politico venezuelano di dittatura e Chavez di essere un caudillo senza scrupoli, la rivoluzione bolivariana ha proseguito con dignità il suo cammino tra mille ostacoli, contraddizioni e difficoltà.
Il processo rivoluzionario del Venezuela avrà senza dubbio una vita ben più lunga di quella di un uomo. La scomparsa prematura di Chavez non è giunta inattesa ed è assai improbabile che il sistema nella sua evoluzione possa subire un tracollo dovuto alla scomparsa del lider. E’ lecito confidare nell’esistenza di un organizzazione interna capace di gestire il difficile momento che attraversa il paese.
Per il momento, in attesa di seguire gli eventi, ribadiamo soltanto la nostra pienissima vicinanza emotiva e politica al deceduto presidente venezuelano e la nostra totale complicità con la rivoluzione sociale in atto da quindici anni in Venezuela.
Comandante Chavez riposa in pace!
1. Mai nella storia dell’America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chávez ne ha vinte quindici, l’ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti
1. Mai nella storia dell’America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chávez ne ha vinte quindici, l’ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti
2. Tutte le organizzazioni internazionali, dall’Unione Europea all’Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l’Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la trasparenza delle elezioni.
3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale venezuelano era il “migliore del mondo”.
4. L’accesso universale all’istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione Robinson I.
5. Nel dicembre 2005, l’UNESCO ha dichiarato che l’analfabetismo era stato sradicato in Venezuela.
6. Il numero di bambini che frequentano la scuola è passato da 6 milioni nel 1998 a 13 milioni nel 2011 e il tasso di scolarizzazione nella scuola primaria è ora del 93,2%.
7. La Missione Robinson II fu lanciata al fine di far raggiungere a tutta la popolazione il livello universitario. Pertanto, il tasso di iscrizione alla scuola secondaria è aumentato dal 53,6% nel 2000 al 73,3% nel 2011.
8. Le missioni Ribas e Sucre hanno permesso a centinaia di migliaia di giovani adulti di intraprendere gli studi universitari. Così, il numero di studenti è passato da 895.000 nel 2000 a 2,3 milioni nel 2011, con la creazione di nuove università.
9. Nell’ambito della salute, il Servizio Sanitario Nazionale pubblico è stato creato per garantire l’accesso all’assistenza sanitaria gratuita a tutti i venezuelani. Tra il 2005 e il 2012, sono stati creati in Venezuela 7.873 centri medici.
10. Il numero di medici ogni 100.000 abitanti è aumentato da 20 nel 1999 a 80 nel 2010, con un incremento del 400%.
11. La Missione Barrio Adentro ha permesso di effettuare 534 milioni di visite mediche. Circa 17 milioni di persone poterono essere curate, mentre nel 1998, meno di 3 milioni di persone avevano regolare accesso alle cure. 1.700.000 di vite sono state salvate tra il 2003 e il 2011
12. Il tasso di mortalità infantile è sceso dal 19,1 per mille del 1999 al 10 per mille nel 2012, che significa una riduzione del 49%.
13. L’aspettativa di vita è aumentata da 72,2 anni nel 1999 a 74,3 anni nel 2011.
14. Grazie all’Operazione Miracolo lanciata nel 2004, 1,5 milioni di venezuelani affetti da cataratta e altre malattie dell’occhio, hanno riacquistato la vista.
15. Dal 1999 al 2011, il tasso di povertà è passato dal 42,8% al 26,5% e il tasso di povertà estrema dal 16,6% al 7%.
16. Nella classifica dell’Indice di Sviluppo Umano del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela è passato dall’ottantatreesimo posto nell’anno 2000 (0,656) al settantatreesimo posto nel 2011 (0,735), ed è entrato nella categoria delle nazioni con un indice di sviluppo umano elevato.
17. Il coefficiente GINI, che permette di calcolare la disuguaglianza in un paese, è passato dallo 0,46 nel 1999 allo 0,39 nel 2011.
18. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela mostra il coefficiente GINI più basso dell’America Latina, essendo il paese della regione dove c’è meno disuguaglianza.
19. Il tasso di denutrizione infantile si è ridotto del 40% dal 1999.
20. Nel 1999, l’82% della popolazione aveva accesso all’acqua potabile. Ora è il 95%.
21. Durante la presidenza di Chávez, la spesa sociale è aumentata del 60,6%.
22. Prima del 1999, solo 387.000 anziani ricevevano una pensione. Ora sono 2,1 milioni.
23. Dal 1999 si sono costruiti 700.000 alloggi in Venezuela.
24. Dal 1999, il governo ha consegnato più di un milione di ettari di terra ai popoli aborigeni del paese.
25. La riforma agraria ha permesso a decine di migliaia di agricoltori di essere padroni della propria terra. In totale, si sono distribuiti più di tre milioni di ettari.
26. Nel 1999, il Venezuela produceva il 51% degli alimenti che consumava. Nel 2012 la produzione è del 71%, mentre il consumo di alimenti è aumentato dell’81% dal 1999. Se il consumo del 2012 fosse simile a quello del 1999, il Venezuela produrrebbe il 140% degli alimenti consumati a livello nazionale.
27. Dal 1999, le calorie consumate dai venezuelani sono aumentate del 50% grazie alla Misión Alimentación, che ha creato una catena di distribuzione di 22.000 magazzini alimentari (MERCAL, Casas de Alimentación, Red PDVAL), in cui i prodotti sono sovvenzionati fino al 30%. Il consumo di carne è aumentato del 75% dal 1999.
28. Cinque milioni di bambini ricevono adesso alimentazione gratuita attraverso il Programa de Alimentación Escolar. Erano 250.000 nel 1999.30. Secondo la FAO, il Venezuela è il paese dell’America Latina e dei Caraibi che più ha avanzato nella lotta per eliminare la fame.
31. La nazionalizzazione dell’ente petrolifero PDVSA nel 2003 ha permesso al Venezuela di recuperare la sua sovranità energetica.
32. La nazionalizzazione del settore dell’elettricità e di quello delle telecomunicazioni (CANTV e Electricidad de Caracas) ha permesso di porre fine a situazioni di monopolio e di universalizzare l’accesso a questi servizi.
33. Dal 1999 sono state create più di 50.000 cooperative in tutti i settori dell’economia.
34. Il tasso di disoccupazione è passato dal 15,2% nel 1998 al 6,4% nel 2012, con la creazione di oltre 4 milioni di posti di lavoro.
35. Il salario minimo è passato da 100 bolívares (16 dollari) nel 1998 a 247,52 bolívares (330 dollari) nel 2012, ovvero un aumento di oltre il 2.000%. Si tratta del salario minimo più alto dell’America Latina.
36. Nel 1999, il 65% della popolazione attiva percepiva il salario minimo. Nel 2012 solo il 21,1% dei lavoratori si trovano a questo livello salariale.
37. Gli adulti che non hanno mai lavorato dispongono di un reddito di protezione equivalente al 60% del salario minimo.
38. Le donne sole, così come le persone portatrici di handicap, ricevono un aiuto equivalente all’80% del salario minimo.
39. L’orario di lavoro è stato ridotto a 6 ore al giorno e a 36 ore settimanali, senza diminuzione salariale.
40. Il debito pubblico è passato dal 45% del PIL nel 1998 al 20% nel 2011. Il Venezuela si è ritirato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, rimborsando con anticipo tutti i suoi debiti.
41. Nel 2012 il tasso di crescita del Venezuela è stato del 5,5%, uno dei più elevati del mondo.
42. Il PIL pro capite è passato da 4.100 dollari nel 1999 a 10.810 dollari nel 2011.
43. Secondo il rapporto annuale World Happiness del 2012, il Venezuela è il secondo paese più felice dell’America Latina, dietro il Costa Rica, e il diciannovesimo a livello mondiale, davanti a Germania o Spagna.
44. Il Venezuela offre un appoggio diretto al continente americano più importante di quello fornito dagli Stati Uniti. Nel 2.700 (credo intendesse nel 2007, n.d.Francesca) Chávez ha destinato più di 8.800 milioni di dollari a donazioni, finanziamenti e aiuti energetici, a fronte dei soli 3.000 milioni dell’amministrazione Bush.
45. Per la prima volta nella sua storia, il Venezuela dispone dei suoi satelliti (Bolívar e Miranda) ed ha ora la sovranità nel campo della tecnologia spaziale. Internet e le telecomunicazioni coprono tutto il territorio.
46. La creazione di Petrocaribe nel 2005 permette a 18 paesi dell’America Latina e dei Caraibi, ovvero 90 milioni di persone, di acquistare petrolio sovvenzionato fra il 40% e il 60%, e di assicurarsi il proprio fabbisogno energetico.
47. Il Venezuela porta aiuto anche alle comunità svantaggiate degli Stati Uniti, fornendo loro combustibile a tariffe agevolate.
48. La creazione della Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA) nel 2004 fra Cuba e Venezuela ha posto le basi di un’alleanza di integrazione basata sulla cooperazione e la reciprocità, che raggruppa 8 paesi membri, e che pone l’essere umano al centro del progetto di società, con l’obiettivo di lottare contro la povertà e l’esclusione sociale.
49. Hugo Chávez è stato l’artefice della creazione nel 2011 della Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), che raggruppa per la prima volta le 33 nazioni della regione, che così si emancipano dalla tutela di Stati Uniti e Canada.
50. Hugo Chávez ha svolto un ruolo chiave nel processo di pace in Colombia. Secondo il presidente Juan Manuel Santos, «se stiamo avanzando in un progetto solido di pace, con progressi chiari e concreti, progressi mai raggiunti prima con le FARC, è anche grazie alla dedizione e all’impegno di Chávez e del governo del Venezuela».
Salim Lamrani è Dottore in Studi Iberici e Latino-americani presso l'Università Paris Sorbonne-Paris IV, e presso l'Università di La Reunion. E' giornalista ed esperto delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Il suo ultimo libro è The Economic War Against Cuba.
2. Tutte le organizzazioni internazionali, dall’Unione Europea all’Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l’Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la trasparenza delle elezioni.
3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale venezuelano era il “migliore del mondo”.
4. L’accesso universale all’istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione Robinson I.
5. Nel dicembre 2005, l’UNESCO ha dichiarato che l’analfabetismo era stato sradicato in Venezuela.
6. Il numero di bambini che frequentano la scuola è passato da 6 milioni nel 1998 a 13 milioni nel 2011 e il tasso di scolarizzazione nella scuola primaria è ora del 93,2%.
7. La Missione Robinson II fu lanciata al fine di far raggiungere a tutta la popolazione il livello universitario. Pertanto, il tasso di iscrizione alla scuola secondaria è aumentato dal 53,6% nel 2000 al 73,3% nel 2011.
8. Le missioni Ribas e Sucre hanno permesso a centinaia di migliaia di giovani adulti di intraprendere gli studi universitari. Così, il numero di studenti è passato da 895.000 nel 2000 a 2,3 milioni nel 2011, con la creazione di nuove università.
9. Nell’ambito della salute, il Servizio Sanitario Nazionale pubblico è stato creato per garantire l’accesso all’assistenza sanitaria gratuita a tutti i venezuelani. Tra il 2005 e il 2012, sono stati creati in Venezuela 7.873 centri medici.
10. Il numero di medici ogni 100.000 abitanti è aumentato da 20 nel 1999 a 80 nel 2010, con un incremento del 400%.
11. La Missione Barrio Adentro ha permesso di effettuare 534 milioni di visite mediche. Circa 17 milioni di persone poterono essere curate, mentre nel 1998, meno di 3 milioni di persone avevano regolare accesso alle cure. 1.700.000 di vite sono state salvate tra il 2003 e il 2011
12. Il tasso di mortalità infantile è sceso dal 19,1 per mille del 1999 al 10 per mille nel 2012, che significa una riduzione del 49%.
13. L’aspettativa di vita è aumentata da 72,2 anni nel 1999 a 74,3 anni nel 2011.
14. Grazie all’Operazione Miracolo lanciata nel 2004, 1,5 milioni di venezuelani affetti da cataratta e altre malattie dell’occhio, hanno riacquistato la vista.
15. Dal 1999 al 2011, il tasso di povertà è passato dal 42,8% al 26,5% e il tasso di povertà estrema dal 16,6% al 7%.
16. Nella classifica dell’Indice di Sviluppo Umano del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela è passato dall’ottantatreesimo posto nell’anno 2000 (0,656) al settantatreesimo posto nel 2011 (0,735), ed è entrato nella categoria delle nazioni con un indice di sviluppo umano elevato.
17. Il coefficiente GINI, che permette di calcolare la disuguaglianza in un paese, è passato dallo 0,46 nel 1999 allo 0,39 nel 2011.
18. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela mostra il coefficiente GINI più basso dell’America Latina, essendo il paese della regione dove c’è meno disuguaglianza.
19. Il tasso di denutrizione infantile si è ridotto del 40% dal 1999.
20. Nel 1999, l’82% della popolazione aveva accesso all’acqua potabile. Ora è il 95%.
21. Durante la presidenza di Chávez, la spesa sociale è aumentata del 60,6%.
22. Prima del 1999, solo 387.000 anziani ricevevano una pensione. Ora sono 2,1 milioni.
23. Dal 1999 si sono costruiti 700.000 alloggi in Venezuela.
24. Dal 1999, il governo ha consegnato più di un milione di ettari di terra ai popoli aborigeni del paese.
25. La riforma agraria ha permesso a decine di migliaia di agricoltori di essere padroni della propria terra. In totale, si sono distribuiti più di tre milioni di ettari.
26. Nel 1999, il Venezuela produceva il 51% degli alimenti che consumava. Nel 2012 la produzione è del 71%, mentre il consumo di alimenti è aumentato dell’81% dal 1999. Se il consumo del 2012 fosse simile a quello del 1999, il Venezuela produrrebbe il 140% degli alimenti consumati a livello nazionale.
27. Dal 1999, le calorie consumate dai venezuelani sono aumentate del 50% grazie alla Misión Alimentación, che ha creato una catena di distribuzione di 22.000 magazzini alimentari (MERCAL, Casas de Alimentación, Red PDVAL), in cui i prodotti sono sovvenzionati fino al 30%. Il consumo di carne è aumentato del 75% dal 1999.
28. Cinque milioni di bambini ricevono adesso alimentazione gratuita attraverso il Programa de Alimentación Escolar. Erano 250.000 nel 1999.30. Secondo la FAO, il Venezuela è il paese dell’America Latina e dei Caraibi che più ha avanzato nella lotta per eliminare la fame.
31. La nazionalizzazione dell’ente petrolifero PDVSA nel 2003 ha permesso al Venezuela di recuperare la sua sovranità energetica.
32. La nazionalizzazione del settore dell’elettricità e di quello delle telecomunicazioni (CANTV e Electricidad de Caracas) ha permesso di porre fine a situazioni di monopolio e di universalizzare l’accesso a questi servizi.
33. Dal 1999 sono state create più di 50.000 cooperative in tutti i settori dell’economia.
34. Il tasso di disoccupazione è passato dal 15,2% nel 1998 al 6,4% nel 2012, con la creazione di oltre 4 milioni di posti di lavoro.
35. Il salario minimo è passato da 100 bolívares (16 dollari) nel 1998 a 247,52 bolívares (330 dollari) nel 2012, ovvero un aumento di oltre il 2.000%. Si tratta del salario minimo più alto dell’America Latina.
36. Nel 1999, il 65% della popolazione attiva percepiva il salario minimo. Nel 2012 solo il 21,1% dei lavoratori si trovano a questo livello salariale.
37. Gli adulti che non hanno mai lavorato dispongono di un reddito di protezione equivalente al 60% del salario minimo.
38. Le donne sole, così come le persone portatrici di handicap, ricevono un aiuto equivalente all’80% del salario minimo.
39. L’orario di lavoro è stato ridotto a 6 ore al giorno e a 36 ore settimanali, senza diminuzione salariale.
40. Il debito pubblico è passato dal 45% del PIL nel 1998 al 20% nel 2011. Il Venezuela si è ritirato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, rimborsando con anticipo tutti i suoi debiti.
41. Nel 2012 il tasso di crescita del Venezuela è stato del 5,5%, uno dei più elevati del mondo.
42. Il PIL pro capite è passato da 4.100 dollari nel 1999 a 10.810 dollari nel 2011.
43. Secondo il rapporto annuale World Happiness del 2012, il Venezuela è il secondo paese più felice dell’America Latina, dietro il Costa Rica, e il diciannovesimo a livello mondiale, davanti a Germania o Spagna.
44. Il Venezuela offre un appoggio diretto al continente americano più importante di quello fornito dagli Stati Uniti. Nel 2.700 (credo intendesse nel 2007, n.d.Francesca) Chávez ha destinato più di 8.800 milioni di dollari a donazioni, finanziamenti e aiuti energetici, a fronte dei soli 3.000 milioni dell’amministrazione Bush.
45. Per la prima volta nella sua storia, il Venezuela dispone dei suoi satelliti (Bolívar e Miranda) ed ha ora la sovranità nel campo della tecnologia spaziale. Internet e le telecomunicazioni coprono tutto il territorio.
46. La creazione di Petrocaribe nel 2005 permette a 18 paesi dell’America Latina e dei Caraibi, ovvero 90 milioni di persone, di acquistare petrolio sovvenzionato fra il 40% e il 60%, e di assicurarsi il proprio fabbisogno energetico.
47. Il Venezuela porta aiuto anche alle comunità svantaggiate degli Stati Uniti, fornendo loro combustibile a tariffe agevolate.
48. La creazione della Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA) nel 2004 fra Cuba e Venezuela ha posto le basi di un’alleanza di integrazione basata sulla cooperazione e la reciprocità, che raggruppa 8 paesi membri, e che pone l’essere umano al centro del progetto di società, con l’obiettivo di lottare contro la povertà e l’esclusione sociale.
49. Hugo Chávez è stato l’artefice della creazione nel 2011 della Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), che raggruppa per la prima volta le 33 nazioni della regione, che così si emancipano dalla tutela di Stati Uniti e Canada.
50. Hugo Chávez ha svolto un ruolo chiave nel processo di pace in Colombia. Secondo il presidente Juan Manuel Santos, «se stiamo avanzando in un progetto solido di pace, con progressi chiari e concreti, progressi mai raggiunti prima con le FARC, è anche grazie alla dedizione e all’impegno di Chávez e del governo del Venezuela».
Salim Lamrani è Dottore in Studi Iberici e Latino-americani presso l'Università Paris Sorbonne-Paris IV, e presso l'Università di La Reunion. E' giornalista ed esperto delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Il suo ultimo libro è The Economic War Against Cuba.
Marco Rizzo ha condiviso la foto di Marco Rizzo.
LA
RIVOLUZIONE BOLIVARIANA
Con la
vittoria elettorale di Hugo Chàvez Frias,alla fine del 1998,la politica del
Venezuela è andata sempre più allontanandosi dai punti centrali della politica
neoliberista. Decisivo,per la vittoria elettorale,ottenuta col 56’2% dei voti
validi,era stato l’impegno contro la privatizzazione delle imprese
statali,dell’impresa petrolifera e di alcuni settori industriali minerari.
La
campagna elettorale di Chàvez fu appoggiata da quasi tutti i partiti della
sinistra venezuelana.
Un altro
elemento decisivo per la vittoria elettorale di Chàvez e dei partiti ed
organizzazioni che lo sostenevano,fu l’impegno di indire elezioni per
un’Assemblea Costituente e di elaborare una nuova Carta Costituzionale.
Chàvez
divenne Presidente il 2 febbraio 1999 ed il 25 luglio dello stesso anno si
svolsero le elezioni per l’Assemblea Costituente. Il 15 dicembre la nuova
Costituzione fu approvata con il 72% dei voti. Chàvez fu rieletto nel 2000 con
il 59,7% dei voti,in seguito a nuovi elezioni conformi alla nuova
Costituzione,denominata bolivariana in onore a Simon Bolivar eroe della lotta
per l’indipendenza e l’unità dell’America Latina. Ben 130 articoli della
Costituzione Bolivariana trattano della partecipazione popolare alle scelte del
Governo e dello Stato
Il
programma del Governo,fin dall’inizio,non prevede austerità o sacrifici ma un
allargamento delle spese sociali e degli investimenti pubblici,il blocco delle
privatizzazioni già avviate od in cantiere,l’introduzione del cambio fisso col
dollaro per la moneta e la regolazione da parte dello Stato dei prezzi dei beni
di prima necessità,in sintonia con le aspettative dei movimenti sociali e delle
organizzazioni di base.
L’eredità
del passato
Fino al
1989,secondo i criteri degli analisti borghesi,cioè elezioni
regolari,possibilità di alternanza al potere e rispetto dei diritti civili,il
Venezuela era considerato un modello di democrazia.
In
realtà,dal 23 gennaio 1958,in seguito al crollo della dittatura di Perez
Imenez,in base al Patto di Punto Fijo,stipulato tra i partiti borghesi AD e
Copei,i militari,la Chiesa e le rappresentanze ufficiali di imprenditori e
lavoratori,si concordò una suddivisione del potere che escludeva le forze di
sinistra che erano state decisive nella lotta alla dittatura. Il 16 febbraio
1989 il Presidente socialdemocratico Carlos Andrés Peres,costretto ad
affrontare il precipitare di una acuta crisi economica,annunciò un rigido
programma di austerità di stampo liberista,secondo le prescrizioni del Fondo
Monetario Internazionale. Il 27 febbraio 1989,centinaia di migliaia di persone
sfilarono dai quartieri poveri ai pendii di Caracas. Vi furono massicci
saccheggi,fu proclamato lo stato di emergenza e la rivolta fu sconfitta
dall’esercito e dalla guardia nazionale che provocarono migliaia di morti. Alla
fine degli anni ’90, l’80% della popolazione viveva in povertà ed era esclusa
dalla partecipazione politica e civile. La crescente polarizzazione sociale ed
il contemporaneo crollo delle tradizionali strutture di rappresentanza
favorirono l’elezione di Hugo Chàvez.
Il nuovo
ordinamento politico e sociale.
Nella
nuova Costituzione,venne allargato il potere del Presidente,sostituito il
sistema bicamerale con un’unica Assemblea Nazionale,adottati ampi diritti
sociali e meccanismi di partecipazione,stabilito il divieto di ospitare basi
militari straniere,il dovere dello Stato di finanziare un sistema sanitario
pubblico,un sistema di previdenza sociale,di istruzione gratuita,il divieto dei
monopoli privati,la creazione di un sistema radiotelevisivo pubblico.
Il
novembre 2001,fu varato un pacchetto di 49 decreti che iniziava a convertire in
provvedimenti legislativi gli orientamenti fissati nella Costituzione e ad
accelerare i cambiamenti strutturali necessari.
Da quel
momento prende il via l’azione dell’opposizione conservatrice e reazionaria che
comincia a comprendere che la Costituzione nuova non resterà soltanto scritta
sulla carta,come accade in tanti altri paesi. Nel mirino è soprattutto la legge
di riforma agraria che punta a ridistribuire i terreni ed a renderli
produttivi.
La
mobilitazione dell’opposizione raggiunse il suo culmine l’11 aprile 2002,quando
lo stato maggiore dell’esercito minacciò di bombardare il palazzo
presidenziale,se Chàvez non si fosse dimesso. Ricevutone un rifiuto,il
Presidente legittimamente eletto venne arrestato e condotto in luogo segreto.
Era il golpe,in seguito al quale alla guida dello Stato fu instaurata una
giunta guidata dal presidente dell’associazione padronale,appoggiata
dall’opposizione.
Due
giorni dopo,tuttavia,il Presidente della Rivoluzione Bolivariana dirigeva di
nuovo le sorti del Paese. A reinsediarlo fu un largo movimento di massa
che,mossosi dai quartieri e dalle regioni più povere del Venezuela,reclamò ad
alta voce il ritorno del suo Presidente. Centinaia di migliaia di venezuelani
scesero in piazza incuranti della presenza della polizia controllata dai
golpisti. Le masse circondarono il palazzo del governo e la caserma militare
nella quale si presumeva che fosse trattenuto Chàvez,presero d’assalto le
trasmittenti televisive e radiofoniche e le sedi dei giornali che avevano
mediaticamente preparato il terreno al colpo di Stato. Reagirono,anche,le unità
dell’esercito fedeli alla Costituzione.
Il
coinvolgimento degli USA nel golpe divenne presto evidente,documentato dallo
stesso New York Time che riferì di svariati incontri,nei mesi precedenti fra
funzionari d’alto livello dell’amministrazione Bush ed i leader del colpo di
stato.
Dopo il
fallimento del golpe,i suoi responsabili furono arrestati e Chàvez ne risultò
politicamente rafforzato,anche se le stesse forze reazionarie e golpiste
tornarono presto alla carica.
Il 1°
dicembre 2002 la Confindustria Venezuelana e la Confederazione sindacale
guidata da esponenti dell’opposizione,proclamarono il quarto sciopero
consecutivo in meno di un anno,sempre con l’obiettivo di costringere il
Presidente Chàvez a ritirarsi. Durante i primi giorni,lo sciopero non ebbe
quasi nessun seguito,trattandosi,nella maggior parte dei casi,di massicce
serrate degli impianti delle grandi imprese. Di fronte al fallimento dello
sciopero,furono proclamate manifestazioni di strada durante le quali vi furono
morti e feriti. La reazione della popolazione iniziò ad organizzarsi ed a
rafforzarsi in misura ancora maggiore del periodo del golpe:in tutto il Paese
si susseguirono manifestazioni ed azioni a favore il governo. Verso la fine
dell’anno,lo sciopero era,ormai concentrato quasi elusivamente nella capitale.
Con una manifestazione di massa,il 3 gennaio 2003,l’opposizione tentò di creare
una situazione simile a quella dell’11 aprile dell’anno precedente,allo scopo
di giustificare un golpe od un intervento militare. Infine,il 23 gennaio
2003,vi fu una grande manifestazione a sostegno del governo,durante la quale
milioni di persone si riversarono nelle strade della capitale,mentre
l’opposizione,nei due mesi di proteste,non era mai riuscita a portare in piazza
più di 200.000 persone. Il 3 febbraio 2003,lo sciopero fu dichiarato
ufficialmente terminato,lasciando dietro di se un’economia devastata.
Il colpo
di stato e lo sciopero degli imprenditori aprirono gli occhi a molte persone ed
accelerarono il processo di autorganizzazione della popolazione,in particolare
dei cittadini più poveri,che rappresentano l’80% della popolazione del
Venezuela e costituiscono la maggior base di sostegno di Chavez.
Perso lo
scontro sociale nelle strade e nelle piazze,l’opposizione iniziò la raccolta di
firme per un referendum ri revoca del mandato di Presidente ad Hugo Chàvez. Il
15 agosto 2004 il referendum si svolse con la partecipazione alle urne del 70%
degli aventi diritto al voto. Il 59,25% degli elettori si pronunciò a favore di
Chàvez e quasi 6 milioni di voti, contro.
Alle
elezioni regionali ed amministrative del 31 ottobre 2004,ancora una volta,le
forze bolivariane riuscirono a conseguire una grande vittoria,ottenendo la
maggioranza in 20 dei 23 Stati federati,quasi sempre con più del 57% dei voti
fino ad arrivare al 78,5% nello Stato del Guarico.
Questa
serie concatenata di risultati favorevoli al governo,portò i principali partiti
di opposizione a boicottare le elezioni politiche per l’Assemblea Nazionale del
4 dicembre 2005. Dei 167 deputati eletti,114 risultarono dell’alleanza
bolivariana.
La
situazione economica e le riforme sociali
Il
Venezuela è un paese ricco,ma la gente e povera. Oltre ai giacimenti di
petrolio e di gas,in Venezuela vi sono importanti riserve d’oro,di
bauxite,minerali di ferro,diamanti e carbone fossile,oltre a grandissime
riserve di acqua dolce,di energia elettrica ed un’enorme biodiversità. A
ciò,vanno ancora aggiunte grandi pianure fertili e numerose mete turistiche.
Scoperto
il petrolio tra il 1910 ed il 1920,il suo sfruttamento finì,da subito,nelle
mani delle grandi imprese straniere,che ne fecero oggetto di esportazione.
Negli
anni ’70,il Venezuela nazionalizzò le riserve di petrolio e di acciaio,ma la
corruzione,il cattivo management e la mancanza di pianificazione fecero in modo
che le multinazionali potessero continuare a mantenere le loro condizioni
previlgiate.
Le linee
della politica economica e di sviluppo del governo Chàvez consistono
nell’aumentare la produzione del mercato interno,ponendo come priorità la
cooperazione continentale e la collaborazione sud-sud,rifiutando il Trattato
per il libero scambio,ALCA,con gli USA.
Il
Venezuela,oggi,è il quinto produttore mondiale di petrolio.
La
politica del governo Chavez,inizialmente,si concentrò su una intesa con l’OPEC
su quote estrattive comuni,allo scopo di valorizzare questa importante materia
prima. La missione dell’impresa di Stato è stata impostata in direzione di una
diversificazione delle sue attività e,secondo le prescrizioni della nuova
Costituzione,contro la privatizzazione strisciante in corso. Così,essa,non solo
ha ricominciato a lavorare con più efficienza,reinvestendo gli utili in
Venezuela e pagando regolarmente le tasse,ma ha iniziato,anche, ad investire
grosse somme nel progresso sociale del Paese. Infatti,il Venezuela persegue la
ristrutturazione dell’economia e della società secondo i principi del
cosiddetto modello di sviluppo endogeno che incorpora la popolazione esclusa e
da vita a nuove forme d’organizzazione produttive e sociali,autogestite,il cui
centro e sostanza sono le donne e gli uomini di tutte le età e di tutte le
condizioni sociali,appoggiandosi alla formazione,alla educazione ed al sapere
popolare,con una forte componente culturale,dando impulso alla trasformazione
delle risorse naturali attraverso la creazione di catene produttive le cui
articolazioni sono rappresentate dalle fasi della produzione,distribuzione e
consumo,con un elevato senso della protezione ambientale.
Conformemente
all’intenzione di creare un importante settore economico e sociale
solidaristico,il governo da un peso particolare allo sviluppo ed al
finanziamento delle cooperative,tanto che esse sono cresciute dalle 800
originarie alle 140.000 dell’ottobre 2006.
Con le
imprese di produzione sociale,nel 2005 è stata creata una nuova forma
imprenditoriale. Esse hanno l’obbligo di agire nell’ambiente circostante e sono
dotate di un modello di cogestione ed autogestione operaia. Inoltre,hanno il
compito di reinvestire una parte del loro guadagno nelle infrastrutture e
strutture locali. Le imprese pubbliche devono funzionare come teste di ponte
per promuovere imprese di produzione sociale.
Dopo due
anni,2002 e 2003,terminati in perdita,anche grazie alla radicalizzazione dello
scontro politico,il 2004 si chiuse con un aumento della crescita economica del
17,9% e l’anno 2005 con una crescita del PIL del 9,4%.
Il
salario medio nel 2005 crebbe del 19,6% rispetto all’anno precedente;la
disoccupazione,nel dicembre 2005,riguardava l’8,9% della popolazione e cioè
1.071.304 persone;il debito pubblico,grazie alla massiccia crescita del 2005,è
sceso dal 39,9% del PIL al 34,9%.
Una delle
ragioni che portò alla vittoria elettorale di Hugo Chàvez fu la sua promessa di
combattere la miseria e la povertà,che,negli anni ’90 riguardava l’80% della
popolazione.
Il primo
provvedimento in tale direzione fu il Plan Bolivar 2000,in cui l’esercito venne
incaricato di recarsi nei quartieri poveri e nelle zone rurali più emarginate
del paese,con il compito di riparare migliaia di
case,scuole,ospedali,raccogliere l’immondizia,risistemare le strade,portando
assistenza sanitaria a due milioni di persone e distribuendo pacchi di
alimentari ai bisognosi.
Nella
seconda fase ( 2000/2001 ) il governo incrementò ulteriormente i programmi
sociali,come l’assistenza sanitaria gratuita,il servizio mensa nelle
scuole,l’assistenza alle donne durante la gravidanza e la costruzione di
appartamenti ed abitazioni sociali. Inoltre, lo Stato istituì borse di studio
per l’educazione,programmi sociali per i gruppi indigeni.
Con la
stabilizzazione della situazione politica ed economica,il governo introdusse
numerosi programmi sociali denominati “ missioni “ perché,appoggiandosi alle
organizzazioni sociali,tentano di raggiungere,nello spazio di un breve periodo
di tempo,il massimo degli effetti. Ciò ha permesso di scavalcare quell’apparato
amministrativo che,spesso,non funzionava a causa della sua burocratizzazione e
del gran numero di collaboratori assunti per la loro appartenenza politica,per
lo più di opposizione. Inoltre,le “ missioni “ sono più agili e permettono una
partecipazione maggiore della popolazione alla gestione dei programmi sociali.
Il
risultato di tali provvedimenti è che la vita media,in Venezuela, è cresciuta
dai 72 anni del 1999 ai 73 del 2004,la popolazione ha accesso gratuito e
garantito a 130 medicinali e 15 milioni di cittadini hanno accesso alla rete di
approvvigionamento dei supermercati Mercal che distribuiscono numerosi beni di
prima necessità al di sotto dei prezzi di mercato. La mortalità
infantile,inoltre,è stata abbassata dal 18,5% del 1999 al 16,8% del 2004 e
grazie alle campagne di alfabetizzazione,la quota di persone che sanno leggere
e scrivere ha raggiunto nel 2005 il 99%. L’Istituto Nazionale di Statistica ha
calcolato che alla fine del 2005 la percentuale dei poveri era diminuita al 35%
della popolazione totale,rispetto all’80% del 1999.
L’
organizzazione sindacale di classe
Per
decenni,il partito “ socialdemocratico “, Accion democratica,aveva mantenuto il
controllo su numerose organizzazioni contadine,associazioni di vicinato
e,sopratutto,sui sindacati,impedendo a questi attori sociali di sviluppare una
loro autonomia. La CTV,ovvero la Confederazione sindacale,crebbe assieme al suo
alleato,l’AD. La leadership della CTV otteneva posizioni nelle istituzioni e
nei seggi del parlamento,mentre la banca della CTV conseguiva vantaggi potere
finanziario. In cambio,la CTV teneva buoni i lavoratori ed emarginava i piccoli
sindacati di sinistra,in particolare la CUTV vicina al partito comunista.
L’aumento
della flessibilità all’interno del mercato del lavoro nel corso dello sviluppo
della politica neoliberista,ha attratto verso di se una sempre maggiore
quantità di manodopera. Il numero di lavoratori flessibili è salito dal 34,5%
nel 1980 al 56% nel 1998, e ,così,la CTV non è più stata in grado di
rappresentare questa fascia di lavoratori,tanto che il numero dei lavoratori
iscritti al sindacato diminuì dal 26,4% del 1988 al 13,5% del 1995.
La CTV
continuò a rappresentare solamente un settore relativamente benestante della
popolazione,per lo più impiegato nel settore pubblico,che aveva,quindi,poco in
comune con la situazione della maggioranza dei lavoratori dipendenti.
Nei
confronti delle misure neoliberiste del governo di Carlos Andres Peres,la CTV
protestò solo verbalmente,senza però far sfociare le sue critiche in una
mobilitazione.
Nei tre
anni successivi all’introduzione dei provvedimenti economici neoliberisti,vi
furono circa 5000 proteste sociali e mobilitazioni le quali,però,non vennero
organizzate o coordinate dai sindacati. Si trattava di movimenti di origine
locale,nati negli strati più poveri della popolazione dove l’AD non era mai
riuscita ad allargare la sua influenza.
A partire
dal 1999,la CTV si concentrò nell’opposizione a Chàvez,trascurando od ignorando
le richieste dei lavoratori dipendenti. La dirigenza della CTV partecipò
perfino al colpo di stato ed al sabotaggio petrolifero.
Dopo
questi avvenimenti,numerosi sindacati indipendenti o bolivariani decisero di
promuovere una nuova confederazione sindacale,nell’aprile del 2003,iniziando il
processo di fondazione dell’UNT ( Unione Nazionale dei Lavoratori ) in cui
entrarono più di 600 sindacati,tra i quali anche quelli dei settori più
importanti del Paese. L’UNT sta,ora,cercando di organizzarsi e strutturarsi in
singole federazioni locali e regionali per prendere definitivamente il posto
della CTV.
Alla fine
del luglio 2005,Chavez annunciò che si stavano esaminando i casi di 136 imprese
chiuse per procederne all’eventuale espropriazione creando delle imprese di
produzione sociale. L’UNT,nel settembre 2005 ha annunciò di voler occupare 800
imprese venezuelane chiuse.
Tuttavia
lo Stato non si è limitato agli espropri,ma,anche alle imprese che funzionano
solo parzialmente viene offerto un sostegno finanziario nel caso di difficoltà
economiche. Attraverso un programma speciale,gli imprenditori che hanno
intenzione di riattivare un’azienda o creare nuovi posti di lavoro,ottengono
l’accesso a crediti agevolati,in cambio della disponibilità ad introdurre
modelli di cogestione dei lavoratori che permettano la partecipazione di questi
ultimi all’amministrazione dei settori guida e nella divisione degli
introiti:in 155 imprese si è già giunti ad accordi di questo tipo.
La
questione della terra,il latifondo ed il movimento contadino.
Il
governo venezuelano è l’unico al mondo,in questo momento,ad attuare una riforma
agraria di notevole entità,così come indicato dalla Costituzione del 1999.
La
divisione della terra,in Venezuela,è estremamente ingiusta: nel 1998,secondo il
censimento agrario,il 70% del terreno coltivabile di buona qualità era di
proprietà del 20% dei proprietari terrieri,che possedevano,ciascuno,più di 500
ettari ( molti di essi decine di milioni di ettari ),mentre il 75% dei
coltivatori aveva a disposizione solamente il 6% delle terre ed un milione e
mezzo di persone,nelle regioni rurali,non possedeva alcun tipo di terreno.
Nonostante
il Venezuela disponga di vastissime aree coltivabili,ancora nel 2004, importava
il 70% dei prodotti alimentari e la sua produzione agricola rappresentava una
delle sfide più grandi ed uno dei punti essenziali del governo Chàvez.
Ne
2000,il Governo avviò una verifica della legittimità dei titoli di
proprietà,per potere ridistribuire le terre di quei latifondisti che non
risultassero in regola. Così,sul finire del 2001,alcune migliaia di famiglie
riuscirono ad ottenere i primi appezzamenti di terra; nella maggior parte dei
casi i terreni furono distribuiti a delle cooperative e dichiarati inalienabili
Nel
novembre 2001,venne varata una nuova legge sulla terra,per attuare un ampio
programma di riforme atte a ridurre la povertà ed a diversificare la struttura
produttiva del Paese,per giungere all’autonomia alimentare. Tale legge
riconosceva il diritto di possesso di un appezzamento da parte dei capi
famiglia e dei singoli individui tra i 18 ed i 25 anni d’età; dopo aver
lavorato l’appezzamento per almeno tre anni,i contadini avrebbero ottenuto un
titolo di proprietà inalienabile che non autorizzava,tuttavia, la vendita del
terreno,ma solo la sua ereditarietà. I latifondi potevano essere espropriati se
risultavano incolti per l’80%della loro estensione,essendo considerato
latifondo un terreno dai 100 ai 5000 ettari.
Vi
furono,naturalmente,di fronte a tali provvedimenti,reazioni negative ed
opposizioni da parte delle organizzazioni padronali,tuttavia,entro la fine del
2003,furono distribuiti 2,26 milioni di ettari di terra di cui ne trassero
beneficio 650.000 persone e,nel corso del 2004 furono distribuiti altri 2
milioni di ettari di proprietà dello Stato.
Nel
2005,infine, si pervenne ad una riforma della legge agraria che permise
l’espropriazione di 175.000 ettari di latifondo distribuiti a 33 cooperative in
via di formazione ed a 34 già esistenti.
Il
Venezuela sta,inoltre,sostenendo un modello di sviluppo agricolo basato su una
coltivazione ecologica e sostenibile che esclude l’impiego di sementi
geneticamente manipolate.
La
politica governativa ha ,anche,stimolato il rafforzarsi e l’aumento di spazi
d’azione per le organizzazioni contadine,anche se,in alcune zone del Paese gli
attivisti contadini sono,ancora,spesso oggetto di aggressioni ed omicidi da
parte di veri e propri squadroni della morte al soldo dei latifondisti.
Il
sistema dell’informazione e della comunicazione.
La
maggior parte dei canali televisivi e dei giornali è in mano ai privati
che,dopo il crollo del vecchio sistema partitico,hanno preso il posto dei
partiti,formulando programmi,organizzando mobilitazioni popolari ed esercitando
un ruolo fondamentale sia nel colpo di stato del 2002 che durante le
manifestazioni dell’opposizione del 2002/2003.
I quattro
grandi canali televisivi Globovision,Radio Caracas Television, Televen e
Venevision assieme a CMT,emittente privata regionale,controllano il 90% del
mercato,un restante 5% viene coperto da piccoli canali privati regionali e
locali,ed alla Venezolana de Television,unico canale pubblico nazionale,resta
una quota oscillante fra il 3 ed il 5%.
La
maggior parte dei canali televisivi privati sono nelle mani di poche imprese
famigliari,così come la maggior parte dei giornali quotidiani viene controllata
da poche,grandi imprese private e si riconosce in una chiara linea di
opposizione all’attuale governo. L’unico giornale che può essere definito
vicino al governo è il quotidiano Vea,fondato nel settembre 2003.
Negli
ultimi anni,è nata una vastissima rete di media di base che oggi superano il
numero di 200 radio e più di una dozzina di reti televisive locali,mentre più
di 300 radio vanno in onda senza licenza. I finanziamenti statali per le radio
legalizzate non sono particolarmente sostanziosi ma creano,comunque una base
economica. Il 90% delle frequenze è,ancora,occupato dalle reti commerciali
che,quasi tutte,appartengono alle grandi imprese della informazione.
Situazione
e politica ambientale.
In quanto
paese estrattore di petrolio,nel settore ambientale,il Venezuela non solo ha
inquinato,ma continua ad inquinare perché una industria petrolifera non
inquinante rappresenta,di per se,un controsenso e,anche i provvedimenti per
migliorare la situazione necessitano di tempi lunghi.
Occorre,tuttavia,
sottolineare che il 43% del territorio venezuelano è composto da parchi,da
riserve naturali e da zone protette. Il Venezuela è tra i paesi con la quantità
d’acqua dolce pro-capite più alta del mondo. Il problema è,però, che molte
acque sono sporche e contaminate,poche città dispongono di un sistema di
smaltimento dei rifiuti e l’inquinamento acustico ed ambientale è molto alto.
A partire
dal 1999,il Venezuela ha firmato e ratificato numerosi trattati internazionali
nel settore dell’ambiente tra i quali,il più importante è il Protocollo di
Kyoto. L’Assemblea Nazionale ha approvato diverse leggi specifiche per
l’ambiente: per la diversità delle specie e per i rifiuti,per il fabbisogno
d’acqua,per lo smaltimento delle acque di scarico,per la protezione delle
coste,per la pianificazione e l’ordinamento del territorio,per la sicurezza
nazionale,per le acque e le isole,per i territori di sviluppo duraturo etc.
Riguardo
al Protocollo di Kyoto,l’industria è stata costretta a seguire dei tempi
prefissati per adattarsi alle nuove norme, e alla fine del 2005 è stata
bloccata la vendita della benzina con piombo.
All’inizio
del 2006 è iniziato un ampio programma di rimboschimento in base a cui,in
quattro anni,verranno rimboschiti 150.000 ettari di terreno. Il Ministero per
l’Ambiente sta portando avanti con successo ilo suo impegno rispetto
all’approvvigionamento del’acqua potabile,settore in cui il Venezuela ha già
raggiunto gli obiettivi fissati dall’ONU.
La
Rivoluzione al femminile
L’essere
donna in Venezuela è spesso collegato alla povertà,visto che ben due terzi dei
poveri sono donne,nella maggior parte madri sole: 2,21 milioni di nuclei
famigliari in Venezuela sono composti da un unico genitore e,nel 71% dei
casi,da donne.
L’impegno
dello Stato per promuovere le pari opportunità e l’uguaglianza
sta,comunque,cominciando a dare buoni frutti. Nel settore dell’istruzione e
nelle istituzioni,esercito compreso,le disuguaglianze sono state rimosse e,nel
settore pubblico,sono stati parificati i salari.
Il 14
aprile 2005,il Consiglio Elettorale Nazionale del Venezuela ha sancito che i
partiti debbano presentare almeno il 50% di candidate donne.
La nuova
Assemblea Nazionale eletta nel dicembre 2005 ha stabilito fra le priorità
legislative della sua attività l’approvazione della nuova legge per le
donne,per l’uguaglianza e le pari opportunità,il rafforzamento delle leggi per
la protezione dei minori abbandonati e per le casalinghe.
La nuova
politica internazionale del Venezuela.
La
politica estera del governo Chàvez,si è concentrata,fin dal principio,su una
rivitalizzazione dell’OPEC,sul rifiuto dell’ALCA,sul rafforzamento delle
alleanze regionali e continentali,su di una diversificazione dei partner
commerciali e su una maggiore cooperazione sud-sud.
Con
ciò,l’attuale governo si differenzia fortemente da quelli precedenti e segue,in
prima linea,gli interessi del Venezuela,mentre prima venivano perseguiti gli
interessi degli Stati Uniti e del capitale transnazionale. Il Venezuela ha
emanato un divieto di sorvolo del proprio territorio per gli aerei militari
USA,mentre la nuova Costituzione ha vietato la presenza di basi militari
straniere sul territorio nazionale e l’utilizzo di qualsiasi struttura
venezuelana per scopi militari,da parte di un esercito straniero. Inoltre,il
Venezuela si è ripetutamente schierato contro gli interventi militari e le
guerre,condannando decisamente gli interventi in Afghanistan ed Iraq.
La
politica estera si basa fortemente su riflessioni ,al centro delle quali vi è
l’obiettivo di un mondo che stabilisca un equilibrio internazionale ed
impedisca il sorgere di ambizioni egemoniche. L’allargamento dei rapporti
internazionali e la diversificazione dei partner commerciali sono
pensati,anche,come protezione del processo di trasformazione venezuelano contro
gli attacchi provenienti dall’estero e sopratutto dagli USA che hanno sempre
considerato come un affronto la decisione venezuelana di intraprendere una
politica sovrana e libera da interferenze esterne.
Prospettive
di sviluppo della Rivoluzione.
Una
caratteristica tipica del processo rivoluzionario bolivariano è,da un lato
un’autorganizzazione organica dal basso delle masse popolari e ,dall’altro la
figura di Chàvez che è in grado di entrare in comunicazione diretta con le
masse povere integrandole in un progetto politico rivoluzionario.
Negli
ultimi anni,Chàvez ed altri attivisti hanno lanciato i circoli bolivariani come
strumenti popolari di autorganizzazione con svariati compiti sociali e
culturali coinvolgendo i cittadini in tutti i settori in cui sono attivi (
vicinato,lavoro,studio etc.) il cui scopo è,anche,l’addestramento politico ed
ideologico per difendere ed approfondire il processo rivoluzionario.
L’attuale
governo del Venezuela non è considerato democratico dall’opposizione interna e
dalla maggior parte degli organi d’informazione e delle istituzioni
internazionali. Ma,secondo le indagini demoscopiche dell’Istituto cileno “
Latino barometro “,il Venezuela è il paese con la quota più alta di persone che
ritengono il proprio paese completamente democratico. Su una scala da 1 a10,la
media delle valutazioni della popolazione venezuelana raggiunge 7,6
punti,mentre la media continentale e di 5,5 punti. Alla domanda su quali siano
le caratteristiche più importanti della democrazia,i venezuelani hanno dato
maggiore importanza alle libertà civili rispetto alle elezioni. Inoltre,essi
hanno una cultura civile più attiva rispetto agli altri paesi:il 44% della
popolazione conosce la propria Costituzione,il60% i propri diritti ed il45%i
propri doveri . Se si confrontano le percentuali del grado di soddisfazione
della situazione del proprio paese dei venezuelani nel 1998 e nel 2000 si può
osservare un aumento del 20%,tendenza,tra l’altro in continua crescita,il che
dimostra la piena condivisione della grande maggioranza del popolo delle scelte
che caratterizzano il processo di costruzione di una nuova società.
Certamente,quello
di Chavez non è un governo “ rivoluzionario “ in senso classico,poiché non sono
stati modificati od intaccati in modo sostanziale né i rapporti di proprietà né
le basi strutturali fondamentali del sistema, che continua a funzionare secondo
le regole di una economia di mercato, nella quale sono stati introdotti dei
correttivi atti a favorire una redistribuzione della ricchezza, attraverso un
intervento crescente dello Stato nell’economia e nella società. In sostanza si
cerca di emancipare il Venezuela dalla monoeconomia petrolifera,utilizzando i
proventi del petrolio,in una fase di prezzi alti,per fare del Venezuela un
Paese più autonomo dal punto di vista economico ed
agroalimentare,industrializzato e dotato di moderne infrastrutture,in grado di
mettere in discussione l’influenza USA in Sudamerica,promuovendo il
multipolarismo e lo sviluppo delle relazioni Sud-Sud a livello mondiale. A tale
scopo è improntata la politica di difesa del governo sulla base di una dottrina
militare articolata su tre livelli: l’esercito regolare,la riserva militare e
la guardia territoriale fondata sulla mobilitazione in armi di tutto il popolo
a difesa della patria in caso di attacco od invasione.
Col
decesso di Hugo Chavez, avvenuto il 5 marzo 2013,nuovi interrogativi si pongono
sulla traiettoria di marcia della Rivoluzione
Bolivariana,partendo,tuttavia,dalla consapevolezza delle grandi realizzazioni
politiche,economiche e sociali che l’hanno finora caratterizzata. Adesso avanti
verso il Socialismo!!!
+
+
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Naturalmente non erano tutti d'accordo sui miei estratti. Prima
un articolo dal web e poi qualche
commento
I media italiani si basano su quello che dice la tv
venezuelana, quella
rimasta, quella governativa e non si rendono
conto che così facendo stanno
dimenticando tante altre persone, milioni di
persone. Che motivo hanno
, anche loro, di non dire le cose come stanno? Si
tratta di ignoranza o di
cattiva volontà?
E’ nata
una poesia in questi giorni, confezionata da chi oggi ha speranza che
la
“libertà” rientri in Venezuela, insieme ai colori scomparsi completamente
per dare visibilità solo al colore rosso. Un cuore popolare, un cuore
democratico, non può accettare che un despota, fingendosi socialista, tolga
alla gente la libertà di essere se stessa.
C’è un altro popolo, quello che in questo
momento non festeggia la morte di
un essere umano ma, certamente sì, la
fine di una vera e propria tirannia.
Pinten las calles de mil colores (CdF)
Que no quede solo el color rojo por las calles de Venezuela, que
agreguen
el azul, el verde, el rosado, el amarillo y el naranjado. Que
vuelvan a
sonreir los colores en mi Tierra linda, libre de cadenas y de
tiranos. Que
Venezuela vuelva a ser de los Venezolanos, con sus
tradiciones, sus
colores y sus riquezas. Que por las calles volvamos a
escuchar las notas
de Alma llanera y los gritos de los niños, y que nadie más
se atreva a
quitarnos nuestra libertad. Y si al tirano lo entierran cerca
del grande
Simón, pues que lo ate y lo tenga estrecho en su tumba, para
que tampoco
el recuerdo de su dictadura nos pueda entristecer. Quiero
ver el blanco de
los dientes que se asoma en la sonrisa de mi pueblo lindo
y querido.
Abajo cadenas Abajo cadenas…. Te amo Venezuela
Incollato
da <http://www.newnotizie.it/2013/03/chavez-la-speranza-e-la-delusione-una-testimonianza-venezuelana/>
Le Reazioni
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Certo,
detto dal di fuori, tutti possono pensare che Chavez sia stato un uomo da
ammirare. Dimentichiamo molte cose, che stando dentro a un regime del genere si
sta male, nessuno accetterebbe che qualcuno qui, cancellasse, ad esempro una tv
come rai , perché contraria. A nessuno piacerebbe un caudillo che decide e ti
vieta di pensare. Sapete come descrive il venezuelano medio, ad esempio
Caracas?
Un
caos infinito e una città disumana sotto tutti i punti di vista: sporca,
insicura, senza vita culturale, imbrattata di rosso. Non è il rosso del
"socialismo" che io ho sempre sognato e per il quale mi sono battuto.
No. È un rosso impregnato di populismo ipocrita e cinico che gioca con la
speranza della povera gente. Corruzione a bizzeffe.
Insomma
l'ìideale socialista è quanto di più bello ci sia, se è vero, non falso.
Purtroppo dal di fuori non si può conoscere. Non si sa nulla. Si vive di
slogan!
Troppi
dittatori si sono travestiti da popolo, ma non lo erano.
Chavez
è stato un dittatore, non si può ignorareil 47% della popolazione!
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Parliamo de FRANLN
BRITO, della Dtt.ssa. Giudice Maria Afiuni, Dei diritti umani violentati, e
della tragedia de Amuay, quando Chavez disse: The show must
go on?....
CHAVEZ HA compiuto più' che nessun altro Presidente Venezuelano
.... "IL VERO SOGNO AMERICANO".... La sua ricchezza - fortuna
personale, si conta in 20000 miliardi di $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$....... La sua famiglia e il suo entourage .....
viaggiando spesso nell' IMPERO a spendere grosse quantità' di dollari, Come
ad esempio : Cilia Flores ex. Presidente
della assemblea nazionale, e anche MOGLIE de Nicolas Maduro , Presidente attuale. Lei...questa signora , e'
una SOCIALISTA del popolo!!!??....Che "umilmente" ha una villa miliardaria a MAIAMI ( PARADISO
"YANKEE" ).....E come queste "perle", ne posso darne 100,
prove vere e probabili del
"CAPITALISMO CHAVISTA"..... !!!!!
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50 vérités sur Hugo Chávez et la Révolution bolivarienne
Incollato
da <http://actuwiki.fr/dossier/16290#.UTyRGRkHarg.facebook>
1. Jamais dans
l’histoire de l’Amérique latine, un leader politique n’avait atteint une
légitimité démocratique aussi incontestable.Depuis son arrivée au pouvoir en
1999, seize élections ont eu lieu au Venezuela. Hugo Chávez en a remporté
quinze, dont la dernière en date, le 7 octobre 2012. Il a toujours battu ses
opposants avec un écart allant de dix à vingt points.
2. Toutes les instances internationales, de l’Union
européenne à l’Organisation des
Etats américains, en passant par l’Union des nations sud-américaines et le
Centre Carter, ont été unanimes pour reconnaître la transparence des scrutins.
3. James
Carter, ancien président des Etats-Unis, a déclaré que le système électoral
vénézuélien était le « meilleur au monde ».
4.
L’universalisation de l’accès à l’éducation élaborée depuis 1998 a eu des
résultats exceptionnels. Près de 1,5 millions de Vénézuéliens ont appris à
lire, écrire et compter grâce à la campagne d’alphabétisation, nommée Mission
Robinson I.
5. En décembre
2005, l’UNESCO a décrété que l’illettrisme avait été éradiqué au Venezuela.
6. Le nombre
d’enfants scolarisés est passé de 6 millions en 1998 à 13 millions en 2011 et
le taux de scolarité dans l’enseignement primaire est désormais de 93,2%.
7. La Mission
Robinson II a été lancée afin d’amener l’ensemble de la population à atteindre
le niveau du collège. Ainsi, le taux de scolarité dans l’enseignement
secondaire est passé de 53,6% en 2000 à 73,3% en 2011.
8. Les
Missions Ribas et Sucre ont permis à des centaines de milliers de jeunes
adultes d’entreprendre des études universitaires. Ainsi, le nombre d’étudiants
est passé de 895 000 en 2000 à 2,3 millions en 2011, avec la création de
nouvelles universités.
9. Au niveau
de la santé, le Système national public de santé a été créé afin de garantir
l’accès gratuit aux soins à tous les Vénézuéliens.Entre 2005 et 2012, 7 873
centres médicaux ont été créés au Venezuela.
10. Le nombre
de médecins est passé de 20 pour 100 000 habitants en 1999 à 80 pour 100 000
habitants en 2010, soit une augmentation de 400%.
11. La Mission
Barrio Adentro Ia permis de réaliser 534 millions de consultations médicales.
Près de 17 millions de personnes ont ainsi pu être soignées, alors qu’en 1998,
moins de 3 millions de personnes avaient un accès régulier aux soins. 1,7
millions de vies ont ainsi été sauvées entre 2003 et 2011.
12. Le taux de
mortalité infantile est passé de 19,1 pour mille en 1999 à 10 pour mille en
2012, soit une réduction de 49%.
13.
L’espérance de vie est passée de 72,2 ans en 1999 à 74,3 ans en 2011.
14. Grâce à
l’Opération Milagro lancée en 2004, 1,5 millions de Vénézuéliens atteints de
cataractes et autres maladies oculaires, ont retrouvé la vue.
15. De 1999 à
2011, le taux de pauvreté est passé de 42,8% à 26,5% et le taux de pauvreté
extrême de 16,6% à 7%.
16. Au
classement de l’Indice de développement humain (IDH) du Programme des Nations
unies pour le développement (PNUD), le Venezuela est passé du 83ème rang en
2000 (0,656) au 73ème rang en 2011 (0,735), intégrant ainsi la catégorie des
nations à l’IDH élevé.
17. Le
coefficient de GINI, qui permet de calculer les inégalités dans un pays, est
passé de 0,46 en 1999 à 0,39 en 2011.
18. Selon le
PNUD, le Venezuela, qui dispose du coefficient de GINI le plus bas d’Amérique
latine, est le pays de la région où il y a le moins d’inégalités.
19. Le taux de
malnutrition infantile a été réduit de près de 40% depuis 1999.
20. En 1999,
82% de la population avait accès à l’eau potable. Ils sont désormais 95%.
21. Durant la
présidence de Chávez, les dépenses sociales ont augmenté de 60,6%.
22. Avant
1999, seules 387 000 personnes âgées recevaient une pension de retraite. Elles
sont désormais 2,1 millions à en bénéficier.
23. Depuis
1999, 700 000 logements ont été construits au Venezuela.
24. Depuis
1999, le gouvernement a remis plus d’un million d’hectares de terres aux
peuples aborigènes du pays.
25. La réforme
agraire a permis à des dizaines de milliers d’agriculteurs de posséder leurs
terres. Au total, plus de 3 millions d’hectares de terres ont été distribués.
26. En 1999,
le Venezuela produisait 51% des aliments qu’il consommait. En 2012, la
production est de 71%, alors que la consommation d’aliments a augmenté de 81%
depuis 1999. Si la consommation de 2012 était similaire à celle de 1999, le
Venezuela produirait 140% des aliments consommés au niveau national.
27. Depuis 1999, le taux de calories consommées par les
Vénézuéliens a augmenté de 50% grâce à la MissionAlimentation qui a créé une chaîne de distribution de 22 000
magasins alimentaires (MERCAL, Casas de Alimentación, Red PDVAL), où les
produits sont subventionnés à hauteur de 30%. La consommation de viande a
augmenté de 75% depuis 1999.
28. Cinq millions d’enfants reçoivent désormais une alimentation gratuite à travers le Programme d’alimentationscolaire. Ils étaient 250 000 en 1999.
29. Le taux de
malnutrition est passé de 21% en 1998 à moins 3% en 2012.
30. Selon la
FAO, le Venezuela est le pays d’Amérique latine et de la Caraïbe le plus avancé
dans l’éradication de la faim.
31. La
nationalisation de l’entreprise pétrolière PDVSA en 2003 a permis au Venezuela
de retrouver sa souveraineté énergétique.
32. La
nationalisation des secteurs électriques et de télécommunications (CANTV et
Electricidad de Caracas) ont permis de mettre fin à des situations de monopole
et d’universaliser l’accès à ces services.
33. Depuis
1999, plus de 50 000 coopératives ont été créées dans tous les secteurs de
l’économie.
34. Le taux de
chômage est passé de 15,2% en 1998 à 6,4% en 2012, avec la création de plus de
4 millions d’emplois.
35. Le salaire
minimum est passé de 100 bolivars (16 dollars) en 1999 à 2047,52 bolivars (330
dollars) en 2012, soit une augmentation de plus de 2000%. Il s’agit du salaire
minimum en dollars le plus élevé d’Amérique latine.
36. En 1999,
65% de la population active touchait le salaire minimum. En 2012, seuls 21,1%
des travailleurs disposent de ce niveau de salaire.
37. Les
adultes d’un certain âge n’ayant jamais travaillé disposent d’un revenu de
protection équivalant à 60% du salaire minimum.
38. Les femmes
seules et les personnes handicapéesreçoivent une allocation équivalente à 80%
du salaire minimum.
39. Le temps
de travail est passé à 6h par jour et à 36 heures hebdomadaires sans diminution
de salaire.
40. La dette
publique est passée de 45% du PIB en 1998 à 20% en 2011. Le Venezuela s’est
retiré du FMI et de la Banque mondiale en remboursant par anticipation toutes
ses dettes.
41. En 2012,
le taux de croissance au Venezuela a été de 5,5%, l’un des plus élevés au
monde.
42. Le PIB par
habitant est passé de 4 100 dollars en 1999 à 10 810 dollars en 2011.
43. Selon le
rapport annuel World Happinessde 2012, le Venezuela est le second pays le plus
heureux d’Amérique latine, derrière le Costa Rica, et le 19ème au niveau
mondial, devant l’Allemagne ou l’Espagne.
44. Le
Venezuela offre un soutien direct au continent américain plus important que les
Etats-Unis. En 2007, Chávez a alloué pas moins de 8,8 milliards de dollars en
dons, financements et aide énergétique contre seulement 3 milliards pour
l’administration Bush.
45. Pour la
première fois de son histoire, le Venezuela dispose de ses propres satellites
(Bolívar et Miranda) et est désormais souverain dans le domaine de la
technologie spatiale. Internet et les télécommunications sont disponibles sur
tout le territoire.
46. La
création de Pétrocaribe en 2005 permet à 18 pays d’Amérique latine et de la
Caraïbe, soit 90 millions de personnes, d’acquérir du pétrole subventionné à
hauteur de 40% à 60%, et d’assurer leur sécurité énergétique.
47. Le
Venezuela apporte également son aide aux communautés défavorisées des
Etats-Unis en lui fournissant de l’essence à des tarifs subventionnés.
48. La
création de l’Alliance bolivarienne pour les peuples de notre Amérique (ALBA)
en 2004 entre Cuba et le Venezuela a jeté les bases d’une alliance intégratrice
basée sur la coopération et la réciprocité, qui regroupe huit pays membres, et
qui place l’être humain au centre du projet de société, avec l’objectif de
lutter contre la pauvreté et l’exclusion sociale.
49. Hugo
Chávez est à l’origine de la création en 2011 de la Communauté des Etats
d’Amérique latine et de la Caraïbe (CELAC) qui regroupe pour la première fois
les 33 nations de la région, qui s’émancipent ainsi de la tutelle des
Etats-Unis et du Canada.
50. Hugo
Chávez a joué un rôle essentiel dans le processus de paix en Colombie. Selon le
président Juan Manuel Santos, « si nous avançons dans un projet solide de
paix, avec des progrès clairs et concrets, des progrès jamais atteints
auparavant avec les FARC, c’est également grâce au dévouement et à l’engagement
de Chávez et du gouvernement du Venezuela ».
Source : operamundi
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