“Siamo
tutti clandestini”: il Pd offre la mela avvelenata, guai ad addentarla .....di Girolamo Fragalà
Lo si era capito sin
dall’inizio della legislatura: spalancare le porte agli immigrati, consentire
gli ingressi senza alcun controllo, permettere a chiunque di mettere piede nel
nostro Paese – libero persino dall’obbligo di dare le proprie generalità – era
un chiodo fisso della sinistra. Più che una priorità, era un’esigenza
politica perché – dopo una valanga di sconfitte elettorali – cercava un tema
che potesse unificare le sue variegate anime e nel contempo un mezzo per
garantirsi, in visione futura, un tesoretto di voti. Tutto è stato costruito
per raggiungere questo obiettivo: la nomina della Kyenge a ministro (proprio
lei, che in piazza esibiva lo striscione contro il reato di clandestinità), la
penosa strumentalizzazione delle tragedie in mare, le analisi psicologiche e
sociologiche sul perché una larga fetta di extracomunitari finisca per
scivolare nella criminalità (con annesse tesi giustificazioniste). E ancora, la
criminalizzazione della Bossi-Fini, come se i reati degli immigrati dipendessero
dalla legge e non il contrario. Il tutto per arrivare al
provvedimento-principe: la cancellazione del reato di clandestinità, un
provvedimento che va contro ogni logica perché – in qualsiasi Paese civile
– c’è chi vive nella legalità e dev’essere tutelato dallo Stato e chi vive
nell’illegalità e dev’essere condannato e punito dallo Stato. E i clandestini,
di per sé, vivono nella illegalità, perché di loro non si sa nulla, nemmeno
dove abitano. Ma alla sinistra benpensante non interessa e accoglie con
applausi e sorrisi sornioni lo scivolone dei grillini, diventati anche loro
“clandestini”. La furbizia di alcuni leader partitici è stata quella di bollare
come “razzista” chiunque avesse fatto la minima obiezione sulla tesi imposta
dalla sinistra in merito all’immigrazione. «L’Italia non è mai stata razzista,
ha avuto modo di dimostrare, in tantissime occasioni, la sua grande
generosità», ha puntualizzato Maurizio Gasparri. «Ma non si può
tollerare che sotto l’indifferenza dell’Europa le nostre coste siano
invase di clandestini». Che però – secondo la logica della sinistra – non
saranno clandestini e quindi potranno avere la cittadinanza italiana quanto
prima possibile, com’è nel programma del
Pd. E subito dopo votare. Poco importa ai “democratici” che alla fine le porte
verranno spalancate alla disperazione e che a quella disperazione l’Italia non
sarà in grado di offrire neppure una speranza. L’importante è curare il proprio
orticello, costi quel che costi.
Incollato
da <http://www.secoloditalia.it/2014/01/siamo-tutti-clandestini-il-pd-offre-la-mela-avvelenata-guai-ad-addentarla/>
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